Stanchi di celebrazioni, di parole vuote e di sforzi per valorizzare ciò che sembra essere cambiato nel tempo, mentre spesso la realtà è disperante, vogliamo in questo giorno, rimarcare alcune azioni fondamentali che la società civile, le associazioni e i decisori politici devono mettere in atto perché le persone con disabilità e le loro famiglie possano godere degli stessi diritti umani di tutti i cittadini. Per questo chiederemo e perseguiremo un serrato confronto con la Pubblica Amministrazione a vari livelli e combatteremo contro ogni pregiudizio come da anni facciamo con azioni concrete.

  1. Vogliamo una presa in carico socio-sanitaria delle persone con disabilità secondo le più recenti conoscenze nel campo. Per questo servono servizi qualificati, con personale adeguato in quantità e qualità. L’abilitazione delle persone in età evolutiva e la cura delle persone adulte è compito del sistema sanitario, insieme alla scuola e ai servizi degli enti locali e del privato sociale secondo il progetto personalizzato con il relativo budget di salute che, in Calabria, è un miraggio.  E’ l’assenza di tutto ciò che produce l’emigrazione sanitaria, il proliferare di servizi privati, non sempre qualificati, inaccessibili economicamente ai più.  Per cui le famiglie subiscono oltre che al danno c’è la beffa. Quando si interviene poco, male, fuori tempo invece di ottenere risultati positivi si ha un incremento della disabilità e questo è decisamente inaccettabile., eppure si verifica ogni giorno. 
  2. L’inclusione scolastica deve poter essere reale mentre oggi è diventata una farsa e un modo per creare occupazione, come emerge dai dati forniti dallo stesso Ministero della Pubblica Istruzione, così come le inconcludenti azioni relative ai nuovi Piani Educativi Individualizzati e alle sentenze del TAR; il risultato è  un costo elevato a fronte di un servizio educativo e didattico prevalentemente inadeguato, trasformato spesso in custodialismo, e produttore di ulteriori problemi, fatte salve le pochissime eccezioni. 
  3. Vogliamo, nella nostra Regione, servizi diurni per l’inclusione sociale, l’inserimento lavorativo, l’indipendenza abitativa correggendo l’assistenzialismo strisciante presente nel regolamento regionale approvato dopo 20 anni di attesa. Vogliamo una Pubblica Amministrazione capace di usare i fondi della legge sul dopo di noi, i fondi della non autosufficienza, i fondi sociali europei, le risorse territoriali, i beni confiscati, e chi ne ha più ne metta per migliorare le condizioni di vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie. Non vogliamo più assistere all’uso dei fondi vincolati destinati alla disabilità, come è successo al comune di Cosenza per altro, sottraendoli a chi ne aveva diritto. 
  4. Vogliamo che le famiglie siano sostenute e accompagnate, non possono essere lasciate sole, questo non è degno di un paese civile, le fragilità tutte proprio perché tipiche dell’umanità, devono essere sostenute. Non possiamo prendere a modello la cultura dello scarto che prima o poi riguarderà ognuno di noi dando ampio spazio alla disumana visione del profitto.

In una società sempre meno civile, sempre più ignorante, sempre meno solidale, sempre più piena di paure e pregiudizi, votata all’individualismo c’è poco da celebrare, le persone con disabilità saranno sempre più escluse anche se con modalità più raffinate e ipocrite, in cui tanti troveranno il modo di avvantaggiarsi, ma certamente non le persone con disabilità. 

È ora di cambiare con coraggio e determinazione se veramente abbiamo a cuore l’umanità ferita di cui dobbiamo prenderci cura

Giornata internazionale delle persone con disabilità. Tempo di resistenza.