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L’ inclusione scolastica delle persone con disabilità nel nostro Paese è purtroppo palesemente finta perché:

– le classi sono troppo numerose per consentire a tutti gli alunni di formarsi e non di istruirsi;

–  affidando gli alunni alle sole figure specializzate, ammesso che lo siano,  le persone con disabilità vengono  escluse dalla partecipazione alla vita della classe con conseguenze sottovalutate, ma spesso gravi, sullo sviluppo futuro della loro personalità;

– agli insegnanti di sostegno è consentito dopo 5 anni di scegliere l’insegnamento nelle classi “normali”, producendo così, continua carenza di personale (nonostante il mercato della formazione sia fiorente)  e  assenza di continuità didattica, il tutto in un sistema di assegnazione dei posti complesso e inefficace;

– la disabilità viene vista ancora, contro ogni evidenza scientifica, come un problema della persona mentre è in realtà la conseguenza di un ambiente sfavorevole (Organizzazione Mondiale della Sanità);

– la famiglia, sostanziale risorsa per la persona con disabilità,  viene scarsamente sostenuta, marginalizzata nei processi decisionali e poco  valorizzata nell’ottica dell’alleanza educativa;

Per questo chiediamo  che:

1) il numero degli alunni per classe non sia superiore a 12/15;

2) tutti gli insegnanti di ogni ordine e grado siano formati obbligatoriamente alla conoscenza delle linee guida sulla “didattica inclusiva” per garantire a tutti gli alunni, e non solo a quelli con disabilità, l’apprendimento e la partecipazione alla vita della scuola;

3) le figure specializzate vengano meglio formate e utilizzate come supporto a tutti i docenti rivedendo la funzione dell’insegnante di sostegno;

4) tutte le Unità di Valutazione Multidisciplinare del Paese producano, finalmente, il Profilo di Funzionamento dell’alunno coinvolgendo la famiglia e la scuola secondo la classificazione ICF-CY del 2007;

5) la bozza di decreto che unifica i Piani Educativi Individualizzati sia profondamente modificato in modo che sia aderente all’ICF e che il GLO (Gruppo di Lavoro Operativo) , trasformato in un moto di finta democrazia, in organo collegiale, escluda di fatto la famiglia e l’alunno dalle scelte circa il percorso scolastico;

6) i processi di abilitazione, tipici  dell’età evolutiva,  siano predominanti su quelli di riabilitazione che debbono essere rivisti, resi efficaci e coordinati nell’ottica dell’integrazione sociosanitaria con i percorsi educativi intra ed extrafamiliari, prevedendo una forte revisione delle prassi e un rafforzamento delle competenze del personale sanitario in modo che sia in grado di dialogare con le agenzie educative valorizzandole, secondo il Chronic Care Model;

7) si creino nelle ASL Unità Operative dedicate alle Disabilità di Sviluppo che possano sostenere in modo competente le famiglie, seguire le persone in età evolutiva in modo appropriato anche oltre la maggiore età, senza che finiscano nel calderone dei Servizi di Psichiatria;

8) le persone con disabilità in età evolutiva non siano utilizzate per interessi altri,  mettendo a dura prova le loro famiglie, (business della formazione e dei posti di lavoro, terapie a pagamento per insufficienza delle strutture pubbliche, ecc.) senza che vengano rispettati i diritti umani sanciti dalla Convenzione ONU e dalla legge 18/09.

Da questo dipenderà il loro futuro che non deve e non può essere necessariamente di non autosufficienza, altrimenti c’è da chiedersi seriamente che cosa stiamo sbagliando.

E’ ora di cambiare! Se ne avvantaggerà tutta la Scuola e il Paese intero.

RENDIAMO REALE L’INCLUSIONE DELLE PERSONE CON DISABILITA’, FACCIAMO LA SCUOLA MIGLIORE