Le persone con disturbi del neurosviluppo e le loro famiglie in Calabria, ormai da decenni vivono, una condizione disperata e la cosa più preoccupante è che non ci sono segnali positivi di cambiamento.

Eppure sarebbe possibile cambiare questa situazione se solo questi bisogni di salute fossero messi al centro dell’interesse dei decisori, nella consapevolezza che ciò rappresenta un investimento per le persone coinvolte e per la collettività intera.

In base al DSM5 tra i disturbi del neurosviluppo, che sono tipici dell’età evolutiva, sono compresi: la disabilità intellettiva, i disturbi dello spettro autistico, i disturbi della comunicazione, il disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività, i disturbi specifici dell’apprendimento, i disturbi del movimento.

Spesso possono presentarsi insieme (co-occorrenti); tutti, proprio perché insorgono in questo periodo particolare della vita, possono avere ripercussioni più o meno importanti sulla qualità della vita presente e futura della persona e della famiglia. Tuttavia, per lo stesso motivo (gli studi di neuroscienze lo confermano) gli effetti disabilitanti possono essere ridotti e compensati in funzione di quanto siamo in grado di fare sia in termini di diagnosi precoce che in termini di interventi appropriati di abilitazione, educazione, riabilitazione e messa in campo di sostegni e facilitatori ambientali.

La Presidente Adriana De Luca chiede da tempo un cambio di rotta.

Per approfondire scarica qui l’articolo pubblicato sulla rivista Alogon della Comunità Progetto Sud di Lamezia Terme.

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La condizione delle persone con disturbi del neurosviluppo in Calabria. Proposte per un cambiamento di rotta.